PALAZZI DI PRATO

Realizzato dalla famiglia Nistri tra gli anni 1820-1830 palazzo Vestri è il frutto di una ristrutturazione e di un restauro di vecchi palazzi preesistenti.

Uno dei palazzi che venne utilizzato per la creazione della nuova dimora della famiglia Vestri fu il ben noto oratorio di San Giovanni risalente al XIV secolo.

“L'altra facciata , ritmata da sei assi di aperture su tre piani, ha spigoli a bugnato liscio ed è conclusa da un robusto cornicione a dentelli”[1] La facciata, con le aperture rettangolari superiori sormontate da cornici lineari e le aperture inferiori in bugnato e sormontate da timpani triangolari, è un chiaro esempio con cui il costruttore ha voluto rendere omaggio alle opere di Gaspare Maria Paoletti.

Il palazzo seppur di “recente” costruzione ebbe una vita travagliata segnata da numerosissimi cambi di destinazione d'uso.

Il preesistente oratorio di San Giovanni dopo la perdita della sua funzione venne convertito a sede della posta dei cavalli; L'attuale palazzo nacque come dimora della famiglia Nistri durante la prima metà dell'ottocento ma già nella seconda metà del secolo venne usato come albergo e (presumibilmente) dal secondo dopoguerra in poi verrà utilizzato come uffici per la Provincia e l'Agenzia per il turismo.

L'importanza della famiglia può essere compresa porgendo lo sguardo al periodo napoleonico e ai registri dei censi (particolarmente a quelli in materia di proprietà immobiliare); infatti nel 1812 negli stessi registri vengono annoverati solo otto abitanti di Prato tra cui Antonio Nistri. Nonostante ciò la famiglia Nistri venne ammessa all'interno della cerchia nobiliare Pratese solamente con la legge 1750[2] che allargava la nobiltà ai facoltosi e ai meritevoli di lode (es fam. Wyse)[3].