top of page

VITA CITTADINA

Uno dei fattori che più influivano sullo scorrere della vita cittadina è sicuramente l’attività di mercato. Essa era la quotidianità per la popolazione, sia come clientela, sia come attività lavorativa. Un’attività vivacissima e capillare tanto da essere motivo di numerosissime liti e dispute ma anche di sanzioni e controlli minuziosi da parte del Comune. Nel Cinquecento Prato contava all’incirca una ventina di piazze e molte di queste avevano la funzione di ospitare attività commerciale. Nella grande piazza del Mercatale ad esempio, tenevano banco o avevano botteghe i mastri artigiani delle lavorazioni di materiali, prevalentemente legnami, ma si tenevano anche i mercati della compravendita degli animali, di stoffe e tessuti, di ceste e di stoviglie. Fin dalla sua nascita, la piazza è legata all’importanza della fiera che vi si svolge a partire dal 1239, essa è sempre stata centro nevralgico di riferimento per la popolazione pratese e non solo: “E non si fece mai la fiera a Prato ch’io non v’andassi”, dice un personaggio della Mandragola di Machiavelli.

​

Il gusto per il teatro, attività fiorente fin dal XIII secolo, era maggiormente attribuibile ai ceti più abbienti. Inizialmente, invece, era un’attrattiva popolare che vedeva in scena storie legate alla religione, soprattutto per merito degli ordini mendicanti, francescani e domenicani. Dalla metà del Cinquecento e per almeno due secoli, saranno le Accademie a occuparsi degli spettacoli e a provvedere all’organizzazione degli stessi in edifici appositi. Tra le più note in Prato si ricordano quella dei Semplici e quella dei Floridi, ma anche quella degli Infecondi, che ebbe sede da metà ‘700 in Palazzo Dragoni, e vi organizzava feste, giochi e spettacoli. Nel 1862 l’accademia cambia nome in Società dei Misoduli e sposta la sua sede e le relative attività in Palazzo Vai. In tempi più recenti al teatro viene aggiunto il Cinema all’offerta di intrattenimento e allora vengono realizzati numerose sale nel centro di Prato, fra cui il cinema Excelsior, molto noto, che venne realizzato all’interno di Palazzo Mannucci, che dopo più di un secolo di attività, chiuse nel 2009.

​

Della passione per il gioco troviamo altre testimonianze nella città di Prato. Sicuramente il gioco del Calcio, che nel Cinquecento era praticato con l’uso dei piedi, al contrario di Firenze dove si colpiva la palla con le mani, ma anche altri giochi più o meno goliardici che oggi potrebbero essere considerati indecenti. Ma i giochi più praticati erano quelli che si svolgevano nelle osterie e nelle locande, o appena fuori da queste, in strada: giochi di carte più o meno d’azzardo erano i protagonisti delle bettole che popolavano le vie del centro come quella che per un certo periodo dal 1910,si trovava in Palazzo Inghirami (di Filippo). Queste locande venivano frequentate come luogo di aggregazione e di socializzazione, e venivano praticati vari giochi al loro interno, ovviamente accompagnati dal largo uso di vino; spesso, se non all’ordine del giorno, queste attività finivano in discussioni e liti che potevano dar luogo a risse che non di rado finivano in tragedia. Oggi ovviamente non è più la stessa situazione, ma permangono certi tipi di luoghi come riferimenti per la vita cittadina, troviamo così noti palazzi Banci-Buonamici e palazzo Geppi-Naldini molto frequentati per i locali al loro piano terra.

bottom of page