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RACCONTO PER IMMAGINI

In qualsiasi secolo le arti visive hanno rappresentato una fondamentale fonte per raccogliere la storia e l’evoluzione di una società o di un ambito sociale più ristretto come una famiglia o un singolo individuo.

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Basti pensare che casate nobili, come quella della famiglia Vai, o personaggi di rilievo, come Francesco di Marco Datini, usavano tradizionalmente segnare il proprio passaggio con il racconto visivo delle proprie gesta o virtù, lo stemma della propria casa o ricchi motivi decorativi per attestare sfarzo e ricchezza.

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Veri e propri cantieri venivano disposti per la decorazione di ambienti interni e facciate esterne, affidando l’incarico ad artisti e botteghe di pregio. L’apparenza della dimora diveniva così specchio del ruolo che la famiglia proprietaria rivestiva o ambiva, nel contesto sociale di riferimento della propria città. Come nel caso degli affreschi con cui vennero decorati il loggiato e il chiostro di Palazzo Datini: non è errato inserire la lettura di questo ciclo pittorico nell’ottica di rappresentanza che il palazzo aveva nella vita sociale e politica della città; numerose sono infatti le testimonianze che documentano l’apertura di questi ambienti, residenziali e privati, ad incontri pubblici con le più alte gerarchie dell’amministrazione fiorentina e pratese.

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Nel corso dei secoli i dipinti murali potevano essere segnati da varie vicende: modifiche architettoniche degli ambienti interni, infiltrazioni d’acqua, copertura con strati superiori. Raramente le pitture di un palazzo storico giungono fino a noi riproducendo immagini e decori originari della prima fase.

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Un’importanza fondamentale assumono allora i restauri in epoca contemporanea, come il recupero delle sale di Palazzo Gini, voluto e finanziato dal Comune di Prato. Grazie alle moderne tecniche e al rilievo che viene dato allo studio della storia passata, permettono di mettere in luce le numerose stratificazioni e fasi pittoriche che hanno caratterizzato e che raccontano la storia dei palazzi e delle famiglie che vi hanno abitato dentro.

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