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PALAZZO PRETORIO

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Palazzo pretorio domina la piazza del comune, silenzioso testimone delle vicende della città per oltre settecento anni. Oggi il suo aspetto ne racconta la lunga e travagliata storia attraverso l'alternarsi degli stili architettonici e i continui rimaneggiamenti della sua struttura.

La storia di palazzo pretorio parte nel XII secolo in quello era allora conosciuto come “lo Sciampio” e successivamente “platea filiorum Pipini”; la piazza era utilizzata per la risoluzioni delle dispute e amministrare la giustizia cittadina.

 

Per quasi tutto il XIII secolo la platea comunis fu costituita da uno scapolo della piazza della

pieve. Il palazzo della famiglia Pipini faceva da sfondo alla piazza e alle scene di

amministrazione e del dualismo molto dinamico tra il potestà e il capitano del popolo

che seguivano e parteggiavano (mediamente) per due porzioni della società comunale

molto differenti; la dinamicità di questa

relazione e degli attori interessati non rendeva necessaria, fino al 1284-1287, una struttura

di rappresentanza formale atta a stabilizzare gli equilibri tra questi due poli. Il palazzo

populis e il palazzo comunis sorsero opposti sulla medesima piazza ad indicare la

 connessino politica tra le due istituzioni che insieme formavano l'unità di governo della

prato duecentesca.

 

Fu nel 1284 che sotto la guida del capitano Fresco Frescobaldi, capitano del popolo di parte

guelfa, venne acquistato il palazzo Pipini che venne poi riconvertito a palazzo del popolo.

Prima dell'acquisto da parte del capitaniato del popolo il palazzo aveva già esercitato

funzionipubbliche quali: curia del comune, uffici del giudice dei malefici e dei sospetti

ecc; aveva anche alla base una serie di spazi adibiti al commercio e alle varie pesature

dei beni per la determinazione dei prezzi di grano e altri cereali. Nel 1285 venne deciso

l'ampliamento del palazzo del popolo con l'acquisto dei palazzi delle famiglie Golli, Pipini,

Marinai e Tiezo; questi ampliamenti furono necessari per ampliare palazzo e piazza

antistante onde dare al palazzo del popolo un carattere maggiormente formale e di spicco

all'interno del tessuto urbano oltre che nella vita politica cittadina. Le opere duecentesche

per il palazzo del popolo furono terminate nel 1287 quando la quasi ultimazione del vicino palazzo comunale resero necessaria

la presenza di un collegamento coperto che li collegasse.

 

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Il settecento è un secolo che ha profondamente cambiato la struttura del palazzo e la sua funzione pubblica; il cambio di regime governativo, la ormai persa autonomia politica (persa nel XIV secolo) privarono il palazzo delle funzioni governative. Agli inizi del 1700 (1716-1719) il monte di pietà si insediò negli ambienti inferiori e riorganizzo alcuni degli spazi per ottimizzare le sue funzioni. Ma i veri cambiamenti avvennero sotto il governo lorenense quando il palazzo divenne sede di uffici e abitazione per i rispettivi funzionari. Tali cambiamenti di destinazione d'uso comportarono profondi mutamenti degli spazi interni con la divisione degli ambienti maggiori tramite tramezzature e l'ampliamento di piccole sale con l'abbattimento di alcuni muri divisori.

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L'ottocento portò il palazzo ad un surplus di funzioni che non era più in grado di ospitare, dati gli spazi che esse richiedevano e iniziò il processo di decentramento degli uffici e la costruzione di corpi di fabbrica adiacenti in grado di assorbirle. Evento di rilevanza massima è la bocciatura del provvedimento di abbattimento del palazzo nel 1892 per l'ampliamento della piazza antistante, tale provvedimento mise in rilievo l'importanza storica del palazzo e diede inizio ad un ciclo più o meno continuo di restauri più o meno consistenti (1904-1912 consolidamento della struttura e restauro degli ambienti al secondo piano, 1923-1926 restauro integrativo degli ambienti del piano terra primo terzo e delle coperture).

 

L'insieme dei restauri novecenteschi conferisce l'aspetto attuale del palazzo come è possibile vederlo oggi.

Oggi il palazzo Pretorio, o palazzo del popolo o palazzo Pipini/Guazzalote è sede dell'omonimo museo cittadino.

La storia di palazzo pretorio come palazzo pubblico si snoda lungo quasi tutti i secoli della vita di Prato ed è stato attivamente coinvolto nei mutamenti storici e politici vissuti dalla città.

E' ora chiara la natura di quello che oggi è palazzo pretorio, ovvero una unione di innumerevoli fabbricati privati (spesso dimore e palazzi veri e propri) di famiglie rilevanti nella Prato comunale. Ulteriori ampliamenti e rimaneggiamenti vennero apportati nel trecento come il definitivo acquisto dell'intero complesso dei Pipini nel 1333 che venne rimodernato durante il periodo 1334-1338 ad opera di Piero di Puccio. In questo periodo il palazzo ospitava alcune delle maggiori funzioni pubbliche della città come la residenza del capitano del popolo, era sede del potestà e del vicario regio e commissario. Opere di grossa rilevanza non ve ne furono per almeno due secoli; alcuni interventi andarono a porre in opera scalinata esterna e la vela dell'orologio nel 1386 e nel 1532 si ebbe un crollo di una porzione di facciata rilevante e venne colta l'occasione per una prima restaurazione con l'aggiunta della corona merlata che tutt'oggi è ben visibile.

BIBLIOGRAFIA:

1. A.Mauri, Biblioteca enciclopedica italiana,  N.Bettoni editore, vol XXX, Milano, 1834.

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SITOGRAFIA:

1. http://www.mondimedievali.net/Castelli/Toscana/prato/provincia000.htm

2. http://www.palazzopretorio.prato.it/

3. http://www.pratoartestoria.it/id90.htm

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