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MEMORIA STORICA FAMILIARE

Il corso della storia di una città può essere rintracciato e ripercorso da un punto di vista diverso, dal punto di vista delle famiglie che l’hanno vissuta. I documenti familiari a cominciare dai libri delle ricordanze, su cui erano segnati i movimenti contabili, ci suggeriscono le usanze ed i tenori di vita delle famiglie nei diversi periodi, ma soprattutto ci danno l’idea di quanto fosse importante il valore della famiglia e dei rapporti con le altre. Sappiamo che questi libri venivano trasmessi di padre in figlio e che dopo un certo periodo si cominciano ad estendere inserendo oltre ai rendiconti, anche altre informazione riguardo la vita familiare in generale. Anche l’importanza che acquisiscono i libri di genealogia, utilizzati più per affermare l’importanza della famiglia e le sue origini, coincide precisamente con il periodo di crisi dell’età comunale, segnato anche dall’invasione spagnola e dalla Controriforma, ma ci segnala come la forte civiltà cittadina tipica comunale non scompare.

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Nella ricchezza e abbondanza di libri di ricordi rintracciabili nelle principali città toscane, il modello pratese, per usare le parole di Elena Fasano Guarini, sembra caratterizzato da una straordinaria accuratezza (probabilmente derivante dall’antica tradizione mercantile dei registri) e vivacità delle relazioni familiari, con l’intento, a volte reso esplicito, di lasciare un ricordo e memoria di sé ai discendenti. L’importanza di questi libri è testimoniata anche dal continuo rimaneggiamento che se ne faceva, visibile dall’aggiunta di note, tagli o appunti a margine o addirittura la riscrittura in chiave celebrativa dei propri avi, come nel caso della famiglia Guizzelmi. La vivacità nelle relazioni intra-familiari si nota anche dalla particolare scioltezza ed elasticità dei ruoli, la quale porta a pensare che il modello culturale di famiglia pratese fosse meno rigido rispetto ad altri, rigorosamente conformi a modelli patriarcali.

Una controtendenza e un irrigidimento del rapportarsi con i familiari, perlomeno nelle sue espressioni nella sfera pubblica, si ha nel XVIII, in coincidenza con la nuova immagine nobiliare largamente ricercata ed ambita dalla famiglie di maggior prestigio. Tuttavia, a livello privato i rapporti di parentela continuano ad avere un’attenzione primaria, anche per la sentita preoccupazione della continuità del nome, e quando mancano questi, la tendenza si riscontra sui legami di amicizia e più in generale di Comunità. Sono molti gli esempi in Prato di lasciti da signori possidenti in dono alla Comunità, come borse di studio, doti, o come l’esempio di Marco Roncioni che lascierà il suo patrimonio per la fondazione della Biblioteca Roncioniana.

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